Caro Riccardo,
continuando ad apprezzare molto – come ho avuto già modo di scriverTi altre volte – il tuo impegno per far seguire al Sole della Domenica la bussola dello spirito critico e liberale, mi faccio di nuovo vivo per manifestarTi questa volta il mio costernato stupore per il titolo a sei colonne che oggi definisce John Stuart Mill “socialista di stampo liberale”.
Presumo che questo sfregio di uno dei padri del liberalismo politico sia dovuto ad una questione tecnica, un refuso del titolatore che ha equivocato un passaggio non felicissimo dell’articolo di Bedeschi. Ma resta uno sfregio. Aggravato per il fatto che i lettori del Sole della Domenica non sono solo superspecialisti delle dottrine politiche comunque ben consapevoli dello spessore liberale di John Stuart Mill. Non pochi saranno stati indotti a credere che lo sciagurato titolo corrisponda alla realtà. E questo contribuisce ad allargare il buco di liberalismo politico che c’è in Italia, proprio mentre il liberalismo è sottoposto a continue opere di distorsione e di dispersione dai convergenti assalti del mondo teo-cons (che vorrebbe ridurre i liberali a conservatori per nascondere le proprie concezioni illiberali ) e del mondo socialista (che pretenderebbe di surrogare il liberalismo pur restando lontano dalla centralità dell’individuo).
Ti rivolgo una preghiera vivissima. Escogita il sistema di tornare sull’argomento e di restituire a John Stuart Mill quanto gli compete. John Stuart Mill è un pensatore liberale di primissimo piano che ha lucidamente individuato la ragione del perché la libertà comprenda la democrazia ( e non necessariamente viceversa) nel fatto che la libertà si fonda sulla diversità di ciascuno e sul conflitto secondo le regole. Il che è questione decisiva in tempi di fondamentalismi.