ll ballottaggio del 9 giugno ha innanzitutto la novità pericolosa che i cittadini di credo ebraico non potranno votare, siccome quel giorno è una loro festività (e quindi obbliga ad astenersi da ogni attività). E’ dovuto alla grave leggerezza burocratica del Ministero dell’Interno, che, pur disponendo, quando fu deciso il calendario elettorale, di quasi quattro mesi ( ben di più dalla data della decisione europea) per iniziative risolutive, non ha colto il problema nonostante quanto sancito dall’Intesa tra la Repubblica e le Comunità Israelitiche (1987).
Una seconda novità per il ballottaggio – pur essa attinente le disfunzioni delle strutture burocratiche, stavolta del Comune di Livorno – è la decisione del candidato Salvetti e del suo PD, di chiedere il voto a Buongiorno Livorno ma al contempo di rifiutare la richiesta di quest’ultimo di stipulare tra le due rispettive coalizioni il collegamento formale previsto dalla legge sull’ordinamento degli Enti Locali. L’argomento pubblico del diniego è che, in caso di collegamento, il premio di maggioranza è ripartito tra tutte le liste coalizzate vincenti al ballottaggio e così il gruppo PD non avrebbe avuto da solo la maggioranza dei consiglieri comunali.
Ciò prova due fatti. Il primo è che la finalità PD non è fermare l’onda nera, visto che il collegamento con Buongiorno Livorno era una coalizione solida sul tema e assai probabilmente vincente. La reale finalità del PD è ottenere da solo la maggioranza dei consiglieri comunali. Finalità di per sé legittima, ma prova concreta dell’intenzione di avere le mani libere per decidere nel segno della sbandierata volontà di restaurare. Il secondo fatto è che la maggioranza assoluta dei consiglieri consente appunto di saldarsi con le pretese della burocrazia municipale, dominante anche nell’epoca Nogarin (due esempi sono le decisioni cervellotiche degli addetti al traffico cittadino e la contrarietà “clericale” di quelli alla Cultura all’insediare un Tavolo della Laicità a Livorno che pure, avendo il Tavolo delle Religioni di Cosimi, è un caso unico in Italia). Quella burocrazia che non a caso, con l’associazione dei suoi pensionati, ha già manifestato l’appoggio al candidato Salvetti.
Dunque anche il rifiuto di accordo formalizzato su una linea politica, comunque seria, onde favorire le amicizie costituisce una preoccupazione grave per l’esercizio democratico a Livorno rispetto alle primarie esigenze di trasformazione della macchina amministrativa.
Pertanto i liberali livornesi invitano i cittadini, qualora decidano di recarsi alle urne, a non votare il candidato Salvetti. Accontentando il suo desiderio di fare da solo nel battere quello che i liberali, alla vigilia del primo turno, hanno definito l’avventurismo pasticcione della destra, dedita a sventolare presunti complotti contro l’identità italiana.
LIBERALI LIVORNO