Il diritto internazionale non c’è ancora

L’articolo di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera  del 10 febbraio è il prototipo di una lettura passatista delle vicende pubbliche internazionali. Vi si legge: “nel nuovo mondo, il mondo che si sta formando sotto i nostri occhi, andranno drasticamente a restringersi il ruolo e lo spazio del diritto internazionale così come è stato concepito (e reinterpretato), sotto la spinta occidentale, dopo la fine della Seconda guerra mondiale”.
E poi “il ruolo del diritto internazionale torna ad essere quello tradizionale. Ha soprattutto il compito di facilitare i rapporti fra potenze nell’intervallo fra un conflitto armato e l’altro.In un mondo siffatto, l’impronta e l’influenza occidentali sulle istituzioni internazionali si affievoliscono o declinano”. Non è una constatazione. E’ uno slancio di nostalgia. Tanto che per evitare equivoci, dopo precisa “e con quel declino perdono forza le idee su come regolare i rapporti internazionali, idee nate nella società occidentale, e che, per un certo periodo, erano sembrate (o erano state davvero) vincenti”.  

Tale nostalgia però è malposta e non coglie il cuore della questione. Se l’impronta e l’influenza occidentali sulle istituzioni internazionali declinano, non è per il restringersi del ruolo e dello spazio  del diritto internazionale (come scrive Panebianco), ma perché larga parte degli occidentali ha voluto far coincidere l’Occidente con il praticare il diritto internazionale. Impresa impossibile, dato che il vero collante costitutivo dell’Occidente  è la logica della libertà di ogni cittadino elettore e che, applicando questa logica della libertà, il diritto internazionale è limitato ai Trattati sottoscritti e vincola coloro che li hanno sottoscritti e non gli altri. Al di là di tali Trattati il diritto internazionale non esiste. Aver fatto come se esistesse, è una contraddizione dell’Occidente che, facendolo, ha vestito i panni – lo volesse o no – di chi vuole imporre il proprio potere.

Eppure Panebianco insiste e scrive “le istituzioni internazionali, e le pratiche giuridiche connesse, si nutrivano di idee che erano state partorite dalla tradizione occidentale (anche il Tribunale dell’Aja, benché non voluto dagli Stati Uniti)”. Una simile asserzione – a parte l’esatto chiarire che il termine Occidente non coincide con gli Stati Uniti –  non ha fondamento. Troppi in Occidente, dimentichi del ruolo decisivo della libertà di ogni cittadino elettore, attribuiscono in modo spiccio  la patente di difensore dei diritti umani ad istituzioni non sorrette dal voto dei cittadini e che perciò non possono essere una Corte di Giustizia della Libertà. Sono solo dei gruppi elitari che propendono ad imporre una propria visione del mondo a prescindere dai cittadini.  Non per caso, infatti,  i sostenitori dell’esistenza di un diritto internazionale sono proprio coloro che vogliono lasciare il cittadino il più possibile estraneo allo scegliere democratico.  

C’è pure un altro indizio che Panebianco appartiene a quest’ultima categoria. Scrive che diritti umani   “è un’espressione che rinvia al giusnaturalismo cristiano e a quella sua variante secolarizzata che è il pensiero liberale”. Solo che il pensiero liberale non è una variante secolarizzata del cristianesimo (il che implicherebbe una coincidenza di valori), bensì una sua evoluzione (che ha messo in atto conferme ma pure adottato cambiamenti di struttura, quali l’attenzione al passar del tempo).

La conclusione di Panebianco  (“Dobbiamo realisticamente prendere atto del fatto che il diritto internazionale per come era stato concepito in Occidente, e le istituzioni collegate, si avviano verso un drastico ridimensionamento”)  deve essere dunque riformulata. Vanno aggiunte dopo “concepito in Occidente” le parole chiarificatrici “da chi non adotta i criteri della logica della libertà di ogni cittadino elettore” , E poi concluso con le parole “per dirigersi invece  verso l’affidare sempre al cittadino le scelte della convivenza”.   

Questa voce è stata pubblicata in ARTICOLI e INTERVISTE (tutti), sul tema Proposte, sul tema Quadro politico e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.