Una specifica aggiuntiva (ad Andrea Bitetto)

Caro Andrea,

apprezzo molto il tuo articolo in tema di spirito della Common Law apparso sul recente numero di Non Mollare. Dotto e ficcante, illustra con efficacia come si è arrivati a definire un cardine irrinunciabile dell’ordinamento della convivenza libera: “il Re non deve sottostare a nessun uomo, ma solo a Dio ed alla Legge”. Era vero nel 1612 e lo è poco meno di 413 anni dopo.

Tuttavia, per chi è liberale, è essenziale specificare un’aggiunta: non sul Dio spiritualmente inteso, bensì sulla Legge, la quale, passati oltre quattro secoli, resta la regola concettuale per convivere e conoscere, ma ha assunto una forma terminologica del tutto differente. Ciò – sempre per i liberali – ha un preciso significato. Il concetto di regola permane, però rispettarlo si riferisce non al testo della Legge del 1612, o a quelli intermedi, bensì a quello vigente oggi.  Il che  significa introdurre un aspetto da cui non si può prescindere. Le scelte che al passar del tempo fanno i cittadini con il loro voto.

Una simile specifica aggiuntiva non è un dettaglio, ancor meno scontato. Serve a rendere impossibile il cristallizzarsi di una concezione sacrale della Legge e del ruolo di coloro che hanno il compito professionale di giudicarne  l’applicazione nei rapporti tra i cittadini. Basta questo per farne una condizione chiave al fine di raggiungere una convivenza civile che si mantiene aperta proprio aggiornando le regole di continuo.

Perciò è una precisazione da cui i liberali non possono prescindere. Nella cultura liberale,  essere competenti significa sì valorizzare il riflettere sul mondo e sulle relazioni attorno a noi. Però respingendo sempre la tentazione di affidare il governo del vivere insieme, a presunte élites di esperti, pensando che ne sappiano più degli altri cittadini. Pur non essendo sicuro che il voto dei cittadini scelga ogni volta la soluzione più adatta, l’esperienza storica mostra che, reiterando le elezioni, finisce sempre per prevalere la soluzione che porta alla convivenza aperta tra gli individui conviventi. Prospettiva che le elites non sono in grado di assicurare, poiché sono propense a trascurare le indicazioni dei loro cittadini.

Tu ampli la frase che riportato all’inizio, scrivendo che lo stesso “vale per i Presidenti degli Stati Uniti”. Senza dubbio. Ora Trump non è un liberale, ma non sta tradendo il voto ricevuto. Allora perché le reazioni ossessive contro Trump dopo l’incontro con Zelensky, considerata oltretutto l’oggettiva aggressività di Zelensky durante  la prima mezz’ora?

Pare che a Trump venga rimproverato di voler cambiare le scelte preesistenti, appunto quello che gli hanno chiesto gli elettori (Trump ha ottenuto due milioni e trecentomila voti assoluti in più della Harris). Vale a dire la maggioranza degli americani gli ha chiesto il cambio di linea politica e Trump lo attua.  

La specifica aggiuntiva fatta sopra risulta perciò decisiva per la corretta applicazione ai giorni nostri dell’episodio 1612 da Te citato.

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